Né green pass né Ffp2 alle Gallerie degli Uffizi e negli altri musei, l’allarme Fp Cgil Firenze: “Situazione assurda mentre il virus rigaloppa, chiediamo sicurezza per chi lavora, serve un protocollo di rientro graduale alla normalità, senza scorciatoie insensate”
Con la fine dello stato di emergenza non è più necessario, per i visitatori dei musei, né esibire green pass né utilizzare la mascherina Ffp2. Una posizione assurda in un momento in cui le varianti stanno facendo rigaloppare la bestia del virus. È vero che il virus oggi fa meno paura grazie soprattutto alla campagna vaccinale, ma è assurdo aprire così indiscriminatamente da un giorno all’altro senza una graduale transizione. È giusto esporre chi fino a ieri era considerato da tutelare a oltre 6000 visitatori al giorno (dato ufficioso dei soli prenotati di sabato scorso per la sola Galleria degli Uffizi)? È giusto piegarsi a un’ottica di mera valorizzazione, intesa come necessità di fare più numeri possibili soprattutto dal punto di vista della monetarizzazione? È giusto esporre i lavoratori della cultura, già numericamente ridotti all’osso, alla possibilità di contagio visti i numeri che ci aspettiamo (praticamente senza controllo) nelle prossime settimane di festività? È giusto far finta che vada tutto bene, chiudendo occhi e orecchie e buttare ai pesci la miglior forma di filtro che fino ad oggi ha permesso di mantenere viva la macchina museale e, di conseguenza, la fruizione? Questo è l’ennesimo specchietto per le allodole del: “però! Quanta gente entra nei musei!”. Che poi a reggere tutta la macchina siano sempre meno lavoratori, pochi lo sanno. Magari per chi usa i beni culturali come una pagina pubblicitaria forse è giusto così. Ma in tutto questo senso di giustizia, a noi va di fare la voce fuori dal coro. Noi chiediamo a gran voce che tutto il lavoro fatto fino a questo momento non venga demolito. Chiediamo sicurezza per tutti le lavoratrici e i lavoratori dei musei, a partire dalle Gallerie degli Uffizi dove si registrano numeri di visitatori molto elevati, e dei siti culturali. Chiediamo che i lavoratori dei beni culturali non siano solo considerati come pedine da sacrificare per strategie di chissà quale tenore. Abbiamo chiesto che venga stabilito con tutti i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza un protocollo di rientro graduale alla normalità, senza scorciatoie insensate in un momento di transizione così delicato come quello che stiamo per affrontare.