Termina oggi l’emergenza sanitaria pandemica, ma tutti gli ospedali fiorentini sono in piena emergenza, congestionati dall’aumento repentino del numero degli accessi e dei casi covid.
Stamani i DEA dei due principali nosocomi dell’area fiorentina sono stati presi d’assalto e stanno registrando numeri degli accessi come nei momenti più difficili della pandemia:
Nell’ospedale S. Giovanni di Dio alle ore 23 di ieri sera si è raggiunto il picco massimo di 66 casi in carico dei sanitari in un Dea che ne dovrebbe contenere al massimo 35. Stamani la situazione non è migliorata con 33 casi in attesa di ricovero e 8 pazienti ammassati nelle vetuste stanze di osservazione, senza nessun rispetto del distanziamento, che ha costretto la Direzione infermieristica a sospendere le ferie programmate del personale
Stessa situazione al DEA di Ponte a Niccheri, da più di una settimana in grave difficoltà, con 61 casi in carico dei sanitari alle ore 11, su un servizio che ne dovrebbe contenere 35, di cui 23 in attesa di ricovero.
Situazione drammatica anche nei reparti di degenza dei due ospedali, tutti al completo con un aumento dei casi di covid che sta costringendo i sanitari a isolare stanze di degenza con perdita di posti letto.
Anche i servizi di cure intermedie covid di Villa Donatello e del Serristori sono sold out e non sono previste dimissioni significative nei prossimi giorni.
“La situazione rischia di andare fuori controllo nel breve tempo” dichiara il coordinatore della FP CGIL USL Toscana Centro Simone Baldacci, “l’emergenza che si sta registrando è dovuta in parte all’abbandono delle misure di prevenzione e distanziamento fino ad oggi attuate, che stanno portando a un iper-afflusso ai DEA cittadini e in generale in tutta la Regione.”
“I DEA aziendali non riescono a smaltire i pazienti in carico” continua Baldacci “a causa della mancanza di posti letto nei reparti di degenza medica e chirurgica, dovuta ai pesanti tagli imposti dalla Regione Toscana all’assunzione di infermieri e OSS”.
“A due anni dalla pandemia è desolante assistere a scene che speravamo tutti di non rivedere più, ma quello che maggiormente ci preoccupa è il drastico abbassamento della qualità degli standard assistenziali nelle degenze, dove a causa della carenza del turn-over non sostituito gli operatori non riescono a offrire quella qualità delle cure dovuta agli utenti ricoverati”.